
31 Ago 2016 Il linguaggio dei fiori alla bergamasca
Öna rasciada de trefòi per öna s-cèta che me no la voi. Una manciata di trifoglio per una ragazza che non voglio.
Questo simpatico detto tipico di Bergamo ci dà una importante lezione popolare: per conquistare una ragazza il trifoglio non è esattamente la scelta più azzeccata. Conoscere il linguaggio dei fiori è il modo migliore per non rischiare di sbagliare dal fioraio e scegliere in ogni situazione la soluzione floreale più azzeccata. I fiori sono tutti belli, è vero, ma sin dall’alba dei tempi a ognuno di loro veniva affidato un significato unico, in grado di mandare un messaggio chiaro e diretto alla persona che li avrebbe ricevuti.
– Azalea: Chi öl ol póm, bate la rama; chi öl la s-cèta carèse la mama. Chi vuole la mela, batta il ramo, chi vuole la figlia accarezzi la mamma.
Già, perché l’azalea è il fiore ideale da regalare per la Festa della Mamma. È il fiore che annuncia l’arrivo della primavera, con i suoi colori sgargianti e un profumo divino, perfetto da regalare alla propria mamma o a quella della persona amata.
– Calla: Fortünada chèla spüsa, che la prima l’è öna tusa. Fortunata quella sposa, la cui prima è una figlia.
Tradizionalmente, ogni fioraio consiglia le calle per il bouquet della sposa, così vuole il galateo. Con la sua gentilezza e purezza insita nella dolcezza delle sue forme, questo splendido fiore richiama l’eleganza e la bellezza più assoluta. È un fiore che significa amicizia sincera, pertanto può essere ideale da farne omaggio per battesimi o comunioni.
– Garofano: L’amùr l’è òrb. L’amore è cieco.
Riguardo al linguaggio dei fiori si tende, talvolta, a confondere il loro significato tralasciando completamente un aspetto fondamentale: il colore. Il garofano, ideale da donare alla persona desiderata o amata, ha un significato differente a seconda del suo colore. Mentre il bianco significa ammirazione e il rosa fedeltà, il colore rosso simboleggia un amore passionale. Mai presentarsi al primo appuntamento con un mazzo di garofani rossi, occorre optare, piuttosto, per delle tonalità di rosa tenue e delicato.
– Iris: In del bisògn l’è bù töt. Nel bisogno tutto è buono.
Come augurare buona fortuna a Bergamo? Con un bel mazzo di iris e il modo di dire che abbiamo riportato. Il suo nome richiama la divinità greca Iride, messaggera delle divinità dell’Antica Grecia che, attraverso un arcobaleno, creava un ponte tra l’Olimpo e la Terra portando buone notizie. È un buon modo per augurare buona fortuna a chi aspetta una risposta importante o per annunciare una bella notizia.
– Rosa: Betegà mia, parlà ciàr, fò di décc. Non balbettare, parlare chiaro e deciso.
Con le rose non si sbaglia mai. I colori che Madre Natura ha scelto per questi meravigliosi fiori, si abbinano alla perfezione con diverse situazioni. I suoi petali eleganti e ordinati richiamano la femminilità. Se la rosa è in bocciolo è simbolo di castità, se aperta richiama la bellezza della gioventù. Se di colore rosso, indica l’amore e la passione, se di colore rosa, invece, la dolcezza. La rosa arancione richiama il desiderio, quella bianca la purezza e, quella gialla, la gelosia.
Abbiamo scelto di associare il linguaggio dei fiori sopra elencati a un detto tipico di Bergamo. Perché? Semplice, in questo modo sarà facile far comprendere al fioraio il messaggio che volete inviare con un bel mazzo di fiori, perché si sa: L’òm l’è cassadùr.
Se avete qualcosa da dire a qualcuno con un bel mazzo di fiori, prendete la vostra tessera Bergamo Cash Back e correte dai fiorai del vostro Distretto
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